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Alcune definizioni chiave per capire l’international mobility

- Pubblicato il 10 Set 2018 Da G.Houeix

Non è sempre facile dare la giusta definizione alle parole, determinarne il perimetro esatto o ricordarsi il significato preciso dei termini utilizzati ogni giorno.

Ecco una selezione di 4 concetti chiave da ricordare quando si parla di partenza in mobilità e arriva il grande momento di lasciare il proprio paese per andare all’estero.

Dall’espatrio all’immigrazione… cosa c’è da sapere sulla partenza in mobilità

La gestione dell’immigrazione, un passaggio spesso obbligato e complesso

Gestire l’immigrazione significa garantire il rispetto della regolamentazione in vigore nel paese di accoglienza da parte del futuro espatriato e della sua famiglia

Partire per destinazioni lontane con il partner comporta alcuni sacrifici e una precisa programmazione nel medio termine per gestire numerose formalità, tra cui le pratiche di immigrazione. È una delle prime fasi indispensabili affinché il dipendente possa abitare e lavorare nel nuovo paese di residenza, riuscendo ad avere tutti i documenti ufficiali del caso.

glossaire mobilité

Le procedure di immigrazione possono essere molto diverse da paese a paese e risultare lunghe e complesse. Per tale motivo, richiedono un’attenta preparazione e una conoscenza precisa delle diverse amministrazioni interessate.

 

Per una semplice richiesta di visto, ogni paese ha i propri requisiti e in alcuni casi le tempistiche possono diventare un incubo se la procedura non è correttamente seguita sin dall’inizio.

Gestire l’immigrazione significa fornire un servizio di assistenza ai dipendenti in mobilità per l’ottenimento del visto, del permesso di soggiorno, del relativo rinnovo, del permesso di lavoro e per espletare formalità di altra natura.

Gli esperti di immigrazione consigliano i dipendenti in mobilità definendo la procedura di immigrazione più adeguata in base alla natura e alla durata dell’espatrio.

Il move management: molto più di un semplice trasloco!

Il move management è un’attività che si occupa della gestione globale dei traslochi in tutto il mondo, dalla ricerca e reclutamento delle società di traslochi al controllo e al monitoraggio logistico dei beni traslocati, senza dimenticare la gestione delle assicurazioni e il pagamento di tutti i fornitori.

Di origine anglosassone, il move management può riguardare il trasferimento di imprese o il trasloco di beni personali. In quest’ultimo caso, si parla di prestazioni di trasloco B to B per i dipendenti di un’impresa nell’ambito di un progetto di espatrio. Ci riferiamo quindi ai dipendenti in mobilità.

Qual è la differenza rispetto a un classico servizio di trasloco?

Il move management non è un semplice trasloco, bensì riguarda la gestione dei diversi fornitori coinvolti nell’operazione di trasloco. Prevede la selezione dei fornitori, mettendoli a confronto con la proposta di servizi su misura per i dipendenti in mobilità, e il controllo delle operazioni per garantire l’allineamento con la mobility policy della società cliente.

Qual è la proposta di valore?

Move management significa, innanzi tutto, la possibilità di avere un interlocutore unico per la gestione di tutte le pratiche di mobilità, in grado di intervenire a livello internazionale su aspetti quali il trasporto dei beni, il deposito dei mobili e la gestione delle assicurazioni.

Ciò consente di esercitare un controllo costante su costi e qualità di tutta la catena del trasloco internazionale. È un modo per sollevare chi si occupa di mobilità all’interno dell’impresa da responsabilità che richiedono conoscenze specifiche in materie quali logistica, assicurazioni, trasporti… attività molto dispendiose in termini di tempo!

Per saperne di più, consulta la nostra soluzione move management.

Dipendente in espatrio, in distacco, in mobilità… ogni caso è a sé

Il dipendente è considerato un “dipendente in mobilità” quando l’impresa vuole mandarlo all’estero. Viene quindi trasferito in un altro paese o in un luogo diverso dalla sede di lavoro abituale per compiere una missione specifica, aprire una filiale o soddisfare determinate necessità in termini di competenze in una delle sedi dell’impresa.

Ma attenzione, “dipendente in mobilità” non è un termine giuridico. A livello legale si parla di dipendente in distacco o in espatrio. La differenza principale deriva dal regime di previdenza sociale cui si è soggetti. Il dipendente in distacco rimane soggetto al sistema in vigore nel proprio paese di origine e continua a far parte dell’organico dell’impresa, nell’ambito di una situazione che deve rimanere temporanea.

Il consolato generale di Francia in Canada dà la seguente definizione: “Un dipendente in distacco ICT (Intra Corporate Transfert) è un dipendente in mobilità all’interno dell’impresa che parte per una missione in Francia a livello dirigenziale o per fornire le proprie competenze all’interno del gruppo, senza firmare un contratto di lavoro, per una durata massima di 3 anni”.

Il dipendente in espatrio, invece, è soggetto al regime di previdenza sociale del paese di accoglienza e dipende dalla legislazione ivi in vigore, da cui ne consegue l’importanza del controllo delle procedure di immigrazione. In sintesi, il dipendente in mobilità si trova in una situazione in fase di cambiamento. Questo è il termine utilizzato per descrivere uno status temporaneo tipico del periodo di transizione prima della partenza in espatrio o in distacco.

Al giorno d’oggi la mobilità ha subito grandi evoluzioni e, dietro l’impulso dei diversi cambiamenti nel settore economico e dell’internazionalizzazione delle imprese, le tipologie di mobilità proposte si sono molto diversificate.

glossaire de la mobilité

Al dipendente in mobilità non vengono più necessariamente proposte le classiche modalità di espatrio con una durata di 2 o 3 anni a condizioni specifiche. Allo stato attuale, i periodi di international mobility possono variare da soli 2 mesi fino a un massimo di 6 mesi.

Questi cambiamenti modificano le condizioni e hanno un impatto su trasloco, alloggio, tassazione ecc. I nostri esperti di move management possono aiutarvi, per saperne di più clicca qui.

Il sopralluogo tecnico è sempre obbligatorio?

Il sopralluogo tecnico rappresenta la prima fase per valutare le condizioni in cui sarà realizzato il futuro trasloco, e nello specifico:

  • il tipo di ambiente (situazione geografica, condizioni di accesso, ascensore, scale, ecc.);
  • il peso e i volumi da traslocare;
  • i diversi tipi di imballaggio da prevedere (scatoloni, casse, ecc.);
  • particolari necessità (grandi colli, mobili fragili, opere d’arte ecc.).

Il sopralluogo è di fondamentale importanza e rappresenta l’inizio dell’intero processo di trasloco. Solitamente, dopo l’ispezione le società di traslochi definiscono un capitolato d’oneri e formulano un preventivo.

Questa fase è indubbiamente necessaria ma richiede molto tempo a livello organizzativo. Il dipendente deve pianificare gli appuntamenti a monte e ripetere l’operazione con varie società di traslochi, rendendosi reperibile a casa durante la giornata per permettere lo svolgimento dei sopralluoghi. Gli imprevisti da entrambe le parti possono a volte rimandare questa fase, generando molti ritardi sull’effettivo svolgimento del trasloco.

Per chi ha un’agenda lavorativa fitta di impegni, esistono però soluzioni che possono essere anche di natura virtuale, le quali garantiscono molta più flessibilità nel sopralluogo tecnico e meno vincoli per il dipendente. Ne è un esempio la nostra innovativa app mobile Quick Move.

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