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Espatrio e carriera del partner - MRS Management

Conciliare international mobility e carriera del partner

Il mio partner non vuole partire con me, perché per il momento non vuole lasciare il lavoro.

L’international mobility è sempre più considerata un validissimo stimolo professionale. Per i diretti coinvolti rappresenta anche l’inizio di un’avventura personale. Benché entusiasmati dal progetto, siete comunque preoccupati perché il partner sta rimandando la partenza per mantenere il proprio posto di lavoro. Come molti dipendenti che partono per l’estero, vi chiedete come conciliare international mobility e carriera del partner.

La doppia carriera è compatibile con l’international mobility? Cosa fare quando il partner è molto soddisfatto/a della propria carriera e fa fatica a metterla in pausa? Come organizzare un percorso senza intoppi per chi condivide la vita con voi e a sua volta desidera, in maniera del tutto legittima, approfittare di questa opportunità a scopi professionali?

Gli ostacoli professionali all’espatrio per il partner

L’international mobility è in fase di crescita e nel mondo riguarda un sempre maggior numero di dipendenti. Per esempio, in Francia, in base alle stime, entro 10 anni 4 milioni di professionisti affronteranno questa avventura nel corso della propria vita lavorativa. Per avere successo in un percorso di mobilità, tanto più se a livello internazionale, è di fondamentale importanza avere l’approvazione delle persone che ci circondano, a partire dal partner.

È proprio in questo frangente, infatti, che il partner inizia a incontrare i primi ostacoli professionali. Quando l’impresa individua un dipendente proponendogli una posizione all’estero, si rivolge a un solo individuo, ma in realtà coinvolge l’intera famiglia.

E allora come rispondere al crescente bisogno di pari opportunità professionali all’interno della coppia?

Di seguito alcune preoccupazioni che spingono il partner a volere mantenere il proprio posto di lavoro:

  • laureato, multilingue, dirigente: l’aspetta un futuro roseo. In una carriera lineare, sarebbe logico continuare un percorso ben iniziato;
  • colleghi competenti, un team che funziona bene, un bell’ambiente lavorativo: il lavoro è una delle colonne portanti della vita sociale. Non bisogna sottovalutare i legami che si vengono a creare;
  • all’estero il mercato è diverso e non lo si conosce;
  • la lingua rappresenta un ostacolo nel candidarsi per un posto di lavoro, convincere e ricrearsi un ambiente socio-professionale soddisfacente;
  • il ritorno a casa, la seconda prova ineluttabile: come valorizzare l’esperienza vissuta all’estero e ritrovare un lavoro?

Se il partner abbandona un posto interessante e soddisfacente per seguirvi, ha bisogno di sapere che non sta facendo un salto nel buio mentre voi state cercando di ampliare le vostre esperienze lavorative.

Un simile squilibrio può generare tensioni all’interno di una coppia.

Espatrio e carriera del partner: qualche numero

Per avvalorare le vostre riflessioni, ecco alcuni numeri raccolti da diverse imprese specializzate nell’accompagnamento della mobilità professionale nel 2015.

  • Il partner che accompagna è uomo solo nel 9% dei casi. Secondo le stime, le donne in distacco partono da sole nel 4%-11% dei casi;
  • l’80% dei partner desidera proseguire la propria attività professionale durante l’espatrio;
  • oltre il 72% dei partner ha frequentato almeno un master e parla più lingue;
  • non tutti riescono a trovare un lavoro. Il 68% trova un posto da dipendente mentre il 32% lavora come libero professionista o crea la propria impresa. Nel 50% dei casi il datore di lavoro è una piccola impresa locale. I compromessi sono frequenti: riduzione del salario nel 47% dei casi e regressione gerarchica per il 28% dei partner. Nonostante tutto, il 43% ritiene di avere acquisito più competenze durante questa esperienza professionale.

I numeri rivelano che la preparazione e il coinvolgimento del partner sono determinanti per aiutarlo a trovare un posto di lavoro nel periodo di vita all’estero.

Infine, non bisogna dimenticare il momento in cui ci si stabilisce nel paese di accoglienza, che rappresenta una tappa fondamentale per il partner e la famiglia. Esistono alcune soluzioni per accompagnare questa prima full immersion che, spesso, condiziona la riuscita o il fallimento del progetto di espatrio. Per questo abbiamo sviluppato una soluzione di relocation, allo scopo di preparare al meglio i dipendenti in mobilità al loro arrivo nel nuovo ambiente.

Come aiutare il partner a organizzare la propria carriera in caso di mobilità all’estero?

Per il partner, la mobilità all’estero è una nuova pagina che si apre a vantaggio vostro, non suo. Ci possono essere vari tipi di reazione che, in ogni caso, richiedono un’adeguata attenzione.

In base alle testimonianze raccolte all’inizio del progetto, spesso prevale l’entusiasmo, soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 35 anni. È raro che le persone manifestino una certa riluttanza. La maggioranza dei partner è felice per il marito o la moglie. Il problema legato alla loro carriera dipende – con fiducia o preoccupazione, in base al contesto – dalla situazione contingente e dalla posizione occupata.

Sin dall’inizio, la situazione professionale del partner deve essere considerata importante tanto quanto quella della persona che parte.

Come suggerito dagli specialisti delle Risorse Umane, i partner desiderano sempre più essere coinvolti in qualità di professionisti nel progetto di espatrio.

È fattibile prevedere un partenariato? In che modo?

Alcune imprese vi intravedono un’opportunità tanto inaspettata quanto interessante. Non è più ammessa la passività nel processo di international mobility. Oggigiorno, i partner accettano di partire solo se convinti di potere svolgere un ruolo che li valorizzi.

Anche muoversi in anticipo e conoscere il territorio, avvalendosi di strumenti come i social media tipo Linkedin, permettono di moltiplicare le possibilità di successo.

5 regole d’oro per aiutare il partner ad avere successo nella carriera all’estero

In sintesi, ecco alcune regole per aiutare il partner a dare un senso professionale alla partenza.

Non si lascia un posto di lavoro senza sapere dove si va!

  • Decidere in due: non mettere l’altra persona davanti al fatto compiuto. Il vostro partner ha tutto il diritto di esprimere dubbi e convinzioni tanto quanto voi. Niente deve essere deciso in ufficio prima di essere stato accettato a casa: è di fondamentale importanza.
  • Definire una strategia e un calendario: non si parte da un giorno all’altro. Il partner ha un progetto da portare a termine? Per lui/lei, qual è il miglior momento per partire? Corrisponde al vostro? Non esitate a mettere queste informazioni nero su bianco, non solo saranno più chiare ma, in questo modo, eviterete malintesi. Se alla fine il partner deve partire dopo di voi mettetevi d’accordo su date, fasi e ruolo di ciascuno di voi nel trasloco.
  • Mobilitare la rete di conoscenti, la sua e la vostra. Spesso si rimane sorpresi dal numero di persone che si conoscono, che conoscono qualcuno che conosce qualcun altro, ecc. Del resto è tutto molto più rapido con i social media, e con pochi clic si può entrare direttamente in contatto con le persone. Chiedete consigli all’impresa, informatevi sulla situazione di mercato nel settore del partner, tastate il terreno!
  • Informarsi sui possibili aiuti per il partner. Alcune imprese propongono diverse forme di assistenza. Coaching, formazione, monitoraggio: tutto va bene. Non bisogna farsi scrupoli a chiedere direttamente in azienda. I servizi delle Risorse Umane sanno bene quanto sia importante l’accompagnamento per la riuscita del progetto, e saranno disposti ad assistervi.
  • Valutare tutte le alternative: probabilmente non sarà possibile ricreare le stesse condizioni di lavoro per il partner. Tuttavia, cambiando tipo d’impresa (PMI o piccola azienda locale) o settore di attività, si possono trovare buone opportunità. Questa parentesi potrebbe anche essere l’occasione per spingere la propria attività professionale in un’altra direzione, o sviluppare nuove competenze.

In ogni caso, non dimenticate che la vostra impresa è interessata alla riuscita del progetto di mobilità tanto quanto voi. Non esitate a esprimere le vostre necessità e quelle della vostra famiglia. Forse ci vorrà più tempo per realizzare il progetto, ma poggerà su basi migliori!

L’esperienza di vita all’estero ha un valore sempre più importante, e rappresenta un’avventura personale che lascerà ricordi indimenticabili a chi l’avrà vissuta con voi!

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